VALENTINA SORTE | Ha debuttato in prima nazionale a Verona, nella suggestiva cornice del Teatro Romano, Molto rumore per nulla (Shakespeare), l’ultimo spettacolo di Veronica Cruciani. Nonostante l’allestimento a cielo aperto abbia permesso una visione più distesa e allargata, a tratti corale, la regista è riuscita a definire una chiara linea drammaturgica che le ha consentito di trasformare il palcoscenico in una specie di camera ottica da cui osservare con attenzione i complicati intrecci narrativi, “zoomando” di volta in volta sui personaggi chiave. 

Molto rumore per nulla_Veronica Cruciani

Come sempre Shakespeare ci inganna piacevolmente. Propone una commedia all’apparenza leggera e godibile ma capace di toccare questioni profonde e irrisolte. Grazie all’intelligente adattamento di Veronica Cruciani e Margherita Laera, il testo (scritto nel 1599) risulta accessibile e molto attuale. Inoltre, al di là del tema centrale attorno a cui ruota l’intera vicenda – ovvero il potere del linguaggio – viene data voce a figure femminili – Ero e Antonia – che nella versione originale non avevano quasi spazio.

Per prima cosa dipaniamo velocemente la matassa: la storia è ambientata a Messina, presso la casa del governatore Leonato, dove giunge Don Pedro d’Aragona con il suo seguito, tra cui Benedetto e Claudio, suoi uomini di fiducia. Claudio si innamora subito di Ero, figlia di Leonato, e aiutato dallo stesso Don Pedro – che si serve di trucchi e mistificazioni – riesce a chiederla in sposa. Al contempo si svolge la storia parallela di un’altra coppia, quella formata da Benedetto e Beatrice (nipote di Leonato), entrambi poco inclini all’amore, ma che in seguito alle arguzie degli altri protagonisti si abbandoneranno al sentimento reciproco. Gli intrighi di Don Juan, fratello di Don Pedro, riusciranno però a minare il matrimonio tra Claudio ed Ero, accusata ingiustamente di tradimento, e solo una nuova serie di tranelli e bugie riuscirà a salvare la situazione e a portare la vicenda verso il suo lieto fine.   

Molto rumore per nulla_Veronica Cruciani

Numerosi sono i personaggi e arzigogolati gli intrecci, ma il vero protagonista di Molto rumore per nulla è in realtà il linguaggio, o ancora meglio, il potere esercitato dalle parole. Le arguzie verbali, gli inganni e i giochi di parole assumono in quest’opera un significato fondamentale: la vicenda si articola infatti su equivoci originati in prima battuta proprio da quello che i protagonisti dicono. Tutti i personaggi vengono ingannati, truffati dalle parole che loro stessi pronunciano o ascoltano. Tutto si gioca sul modo in cui i fatti vengono di volta in volta riferiti. Veronica Cruciani affronta così una questione attualissima, in cui il vero e falso si palesano come “le diverse versioni di una stessa realtà”.
Sembra di leggere Wittgenstein in chiave pop.
 

Le persone fingono costantemente di essere altro da quello che sono, vengono scambiate per altre persone o sono ingannate. L’azione in scena, e ovviamente la continua finzione su cui questa si regge, dipendono soprattutto dalla parola. Ed è per questo che la regia insiste su una caratterizzazione dei personaggi a partire dal loro eloquio: Beatrice è una donna molto intelligente, acuta e indipendente che si distingue per la sua lingua tagliente; Benedetto è un giovane soldato brillante, vivace, ilare e dal linguaggio agile e spesso caustico; Don Pedro è uomo di potere che ama persuadere con le parole; Leonato è più pragmatico e diretto, le sue parole lo sono altrettanto; Claudio è un ingenuo e il suo linguaggio è povero; Ero, dietro un’apparenza leggera e spensierata è capace di inaspettata poesia. E così via. 

Molto rumore per nulla_Veronica Cruciani

Accanto al potere delle parole, l’altro tema forte dello spettacolo è la disparità di genere, ieri come oggi. Una falsa diceria, frutto dell’inganno, basta infatti per far dubitare quasi tutta la compagine maschile della giovane Ero e rovinare la sua reputazione sull’altare, rendendola così indegna pubblicamente. Il controllo del corpo della donna da parte dell’uomo è sempre stato purtroppo, in forme diverse nel corso dei secoli, uno strumento di discriminazione e sopraffazione. Veronica Cruciani parte da qui, da questo spaccato sociale, da questa visione maschilista della società, per dare più spazio e consapevolezza a quei personaggi femminili che nelle pagine di Shakespeare hanno un ruolo più marginale. Innanzitutto Ero, durante il suo finto funerale, davanti alla sua lapide, recita un inedito ed emozionante a parte, in risposta a Claudio che così facilmente ha dubitato di lei. La madre Antonia, prende coraggiosamente la parola davanti a Don Pedro e allo stesso Claudio per denunciare il peso impari di donne e uomini. Tutto questo senza mai eccedere la misura, con grande equilibrio. L’operazione è riuscita. 

La vicenda ha ovviamente un lieto fine, non tanto per le nozze celebrate, finalmente, tra i due innamorati, quanto per la capacità dell’altra coppia – Beatrice e Benedetto, sprezzanti le gioie dell’amore – di superare dopo infinite e feroci schermaglie le loro pose iniziali per diventare personaggi a tutto tondo. Colpo dopo colpo, cadono infatti le loro maschere sociali, cade l’autoinganno. 

Molto rumore per nulla_Veronica Cruciani

La versione di Molto rumore per nulla di Veronica Cruciani convince. L’adattamento curato da Margherita Laera (anche traduttrice) insieme alla stessa regista è molto originale e intelligente, introducendo elementi di novità là dove serve. La regia riesce a giocare su una comicità ironica e d’effetto, che non manca di momenti di spessore e riflessione.
Da segnalare le scenografie di Anna Varaldo, che alternano la semplicità delle linee nelle strutture mobili alla vivacità delle decorazioni floreali, e il bellissimo disegno luci di Gianni Staropoli. Luci e scene danno, insieme, una veste pop e leggera al testo shakespeariano, molto gradevole all’occhio.
 

Fra gli interpreti spiccano sicuramente Sara Putignano nei panni della bella e arguta Beatrice, insieme a Paolo Mazzarelli in un credibilissimo Don Pedro, a Francesco Migliaccio che è a suo agio nel gioco scenico e fa ben emergere l’emotività di Leonato, e infine a Marco Quaglia che dà peso a Don John, nonostante uno spazio più marginale nella vicenda. Brava anche Marta Malvestiti, nella duplice veste di Antonia e Margherita. Lodo Guenzi interpreta il personaggio di Benedetto con sensibilità, senza abbandonare del tutto i panni del musicista. Insieme a Nicolò Carnesi scrive infatti le canzoni per questo debutto veronese e le accompagna alla chitarra. In scena appare più che convincente, anche se paradossalmente più disinvolto come attore che come musicista.

Molto rumore per nulla_Veronica Cruciani

Al di là delle singole prove attoriali, l’impressione finale è quella di un cast (numeroso) che già al debutto è ben amalgamato e che, grazie anche all’intenso lavoro sui movimenti di scena di Marta Ciappina e Norman Quaglierini, si muove in modo corale, dando però a ognuno i propri spazi d’azione. Buona tournée.

 

MOLTO RUMORE PER NULLA

di William Shakespeare
regia di Veronica Cruciani
adattamento di Veronica Cruciani e Margherita Laera
con Paolo Mazzarelli, Francesco Migliaccio, Marco Quaglia e Romina Colbasso, Lorenzo Parrotto, Davide Falbo, Marta Malvestiti, Andrea Monno, Gianluca Pantaleo
traduzione di Margherita Laera
luci Gianni Staropoli
scene Anna Varaldo
costumi Erika Carretta
musiche Nicolò Carnesi
le canzoni sono di Lodo Guenzi e Nicolò Carnesi
Mouvement coach Marta Ciappina e Norman Quaglierini
produzione Valerio Santoro per La Pirandelliana e Teatro Stabile del VenetoTeatro Nazionale
coproduzione ETV (prima nazionale)

Teatro Romano, Verona | 25-26 luglio 2024