CRISTINA SQUARTECCHIA | È il movimento, in ogni sua forma ed espressione, a inaugurare l’edizione numero 39 del Roma Europa Festival diretto da Fabrizio Grifasi. E non poteva farlo che con la sezione danza, scegliendo due titoli che sono la quintessenza del movimento: Biped di Merce Cunningham e un recente lavoro di Christos Papadopoulos, Mycelium. A restituire tanta ricchezza sul palco del Teatro Costanzi di Roma nelle serate del 4 e 5 settembre scorsi, il Ballet de l’Opéra de Lyon diretto da Cédrix Andrieux, ex danzatore della Merce Cunningham Dance Company.

Biped, il monumentale lavoro del 1999 che Merce Cunningham realizzò con la tecnica della motion capture e il software Dance forms è un inno alla bellezza e alla verità del movimento. Un’opera spartiacque, realizzata tra il nuovo e vecchio millennio in collaborazione con gli artisti digitali Paul Kaiser e Shelley Eshkar, che sembra a oggi delimitare un prima e un dopo: una ri-organizzazione sui saperi della cinesi, delle nuove frontiere informatiche e tecnologiche insieme, in funzione dell’uomo nuovo, quello digitale.  Eppure, nei suoi 45 minuti ininterrotti di danza minimale ed essenziale, questo antico capolavoro emoziona, commuove e proietta la nostra sensibilità verso un universo cosmico, ultra-umano, dove regnano sovrani il movimento e il suo divenire.

ph Cosimo Trimboli

I danzatori dialogano costantemente con le proiezioni cangianti sul pannello posto nell’arco scenico, una sorta di velatino che lo delimita e sul quale appaiono scheletri di omini danzanti o sagome virtuali in movimento, appartenenti ai danzatori le cui sequenze riprodotte sono quelle che i sensori posti sulle giunture hanno catturato e rielaborato al computer con il programma Dance forms. Non solo, scorrono palline, linee spezzate e geometriche in un fluire sonoro e di colori che abbraccia la scena dei danzatori sulla composizione di Gavin Bryars, anch’essa intitolata Biped, in parte registrata e in parte arricchita dal vivo con strumenti acustici. Un tappeto sonoro mutevole che suggerisce visioni, viaggi spaziali nel cosmo, puntellati da sequenze ritmiche ben precise e alternate a dilatazioni armoniche, come tutta la danza in scena, che gode a sua volta di autonomia musicale, di un suo pulsante vitalismo in costante dialogo con gli echi e gli ambienti sonori della partitura.
La coreografia è costruita su duetti, terzetti, tracce di unisono cercate e poi volutamente sfuggite, in un continuo fluire di sequenze, brevi  frasi, tutte numerate ed eseguite secondo l’ordine delle chance operations; si espande e si restringe nello spazio tra momenti di avvolgente coralità e frammenti solistici. I danzatori del Ballet de l’Opéra de Lyon, virtuosi e tecnicamente solidi, restituiscono l’energia originaria di questo autentico capolavoro con la freschezza e leggerezza che il direttore Cédrix Andrieux ha saputo tramettere al gruppo.

ph Cosimo Trimboli

Corpi come linee o punti nello spazio, enfatizzati da tutine unisex disegnate da Suzanne Gallo – entrano ed escono dalle quinte laterali o sbucano dal fondo, come in un grande schermo, in file parallele che poi si rompono generando intrecci a due o a tre in un gioco di sguardi, semplici contatti o lievi appoggi. La tecnica Cunningham intrisa di tilt, tipping, triplet, dona ai corpi una pluralità di direzioni, forme e soluzioni cinetiche che aprono ogni volta nuove strade da percorre, per restare o andare in punti diversi dello spazio. Ci si sente risucchiati da una visione che sembra riprodurre un acquario dentro il quale i danzatori fluttuano come pesci in uno spazio immateriale e caleidoscopico che lo rende un affresco multimediale.

ph Cosimo Trimboli

Di altra natura la forza che muove invece Mycelium del greco Christos Papadopoulos. Qui tutto può nascere e svilupparsi da un singolo movimento, un bit ancheggiato, scivolato o ritmato, capace di generare un flusso espanso di sorprendenti combinazioni. Nella semioscurità si distingue prima una sagoma poi due, poi tre, fino a riempire a luce piena lo spazio scenico con 20 danzatori che eseguono insieme il movimento del bit ancheggiato e scivolato nei piedi. Il gruppo via via si compatta costituendo un’entità multiforme che gode di vita propria.

ph Cosimo Trimboli

Nei 20 minuti iniziali fatti di lievi spostamenti nello spazio scenico dove apparentemente nulla sembra accadere se non la ripetizione dello stesso movimento, Mycelium offre allo sguardo l’idea di un organismo vivente, un grumo pulsante che resta immutato sul flusso elettronico di Coti K. Qualcuno si spazientisce ed esce ma la curiosità di sapere dove porta quel qualcosa che sta sul punto di esplodere vince e tiene in attesa chi è rimasto.
Così all’ingresso di suoni più materici, off-beat e loop elettronici, il gruppo inizia a rompersi, dilatarsi, aprirsi, schiudendo un movimento ondoso di forza gravitazionale. Assistiamo alla formazione di sciami che volano sopra a un magma, oppure lava che cola e si scontra su un grumo materico denso pronto ad esplodere. Si può riconoscere uno stormo leggero che disegna nello spazio forme rapide e cangianti. È il movimento ondoso del mare, delle acque, delle piogge torrenziali che travolgono tutto quello che hanno davanti, è la forza tellurica della terra, di tutto quello che si muove nella crosta terrestre.
Di questo e di molto altro indaga e riproduce Mycelium che, partendo dall’apparato vegetativo dei funghi composto da strutture filamentose – il micelio per l’appunto – espande lo sguardo a tutto quello che si muove e ci muove nel nostro ecosistema.

ph Cosimo Trimboli

Mycelium  è la riproduzione del ciclico divenire del creato, una lente di ingrandimento sulla natura, sulle leggi fisiche che sottendono l’universo e di cui l’uomo non ha percezione. È lo sguardo attento alle trasformazioni di ogni essere vivente,  al mutare delle forme in natura, ai microorganismi, agli impercettibili esseri unicellullari che compiono grandi mutamenti; a tutto quello che vive, pulsa e diviene in forme nuove sotto terra, sotto traccia, in innumerevoli combinazioni che la mente umana non riesce a cogliere ma che anche ogni giorno miracolosamente accade per garantire la vita e gli equilibri tra tutti gli esseri viventi.

BIPED

Entrato nel repertorio del Ballet de l’Opéra de Lyon nel 2024
Coreografia Merce Cunningham
Musica Gavin Bryars
Scena e ologrammi Paul Kaiser e Shelley Eshkar
Costumi Suzanne Gallo
Luci Aaron Copp
Danzato dal Ballet de l’Opéra de Lyon
Con il sostegno di Dance Reflections by Van Cleef & Arples

MYCELIUM

Creato il 9 settembre 2023
Entrato nel repertorio del Ballet de l’Opéra de Lyon nel 2023
Coreografia Christos Papadopoulos
Musica Coti K
Ideazione luci Eliza Alexandropoulou
Costumi Angelos Mentis
Maestri del Balletto Amandine Roque de La Cruz – Pierre Advokatoff
Danzato da 20 danzatori del Ballet de l’Opéra de Lyon