ELENA SCOLARI | C’è un manipolo di donne caparbie, appassionate e professionalmente brillanti che da tre anni insiste, con encomiabile pervicacia, a guidare e sostenere un progetto pieno di sostanza, pensato per i giovani e con i giovani: Josephine MagliozziSara Carmagnola e Federica Paladini hanno appena concluso la seconda parte della terza edizione di BACK TO THE FUTURE Festival presso il Centro Magnete nel quartiere Adriano di Milano.
PAC ha seguito il progetto in questi anni, si tratta di un festival a direzione artistica partecipata: trenta ragazze e ragazzi, dai 18 ai 30 anni, provenienti da diverse esperienze e città, si sono riuniti per dare vita a un vero festival, scegliere e progettare due fitti weekend (il primo a giugno, il secondo a settembre) di spettacoli, talk e incontri, aperitivi e performance, sotto il coordinamento del trio professionale di Ecate Cultura.
L’edizione 2024 è stata così presentata:

In un mondo che ci chiama a dover eccellere in tutto ciò che facciamo, giustificando qualsiasi mezzo che valorizza la singolarità, noi siamo ripartite da zero. Abbiamo riflettuto sulle nostre esigenze, quelle di una generazione consapevole che fa i conti con un presente irrefrenabile e un futuro incerto.
A tutto ciò, rispondiamo con un progetto collettivo: un Festival a misura di esseri umani. 
Un Festival che si definisce in alcune parole chiave che vi doniamo nella speranza che siano accolte e soprattutto reinterpretate.
Attraverso queste parole abbiamo costruito un metodo.
Noi, in continuo mutamento, mai uguali a noi stesse.
Noi, che ci siamo chieste dove vogliamo andare.
Noi, il nostro entusiasmo, il tempo e l’energia che abbiamo dedicato.
Vi chiediamo di lanciare lo sguardo oltre e di rivendicare la possibilità di immaginare un presente diverso. Un presente che – in fondo – è già futuro.

ph. Giulia Berruti

Uno dei grandi pregi di BTTF, oltre a coinvolgere gli under 30 nella pratica di lavoro, è permettere loro di incontrare alcuni artisti di vaglia, particolarmente attenti alla loro generazione e interessati a plasmare il proprio lavoro di fronte a un pubblico davvero giovane per la maggior parte (che invidia!) in un’osmosi fruttuosa per tutti. È stato il caso della serata del 27 settembre, durante la quale gli spettatori e il gruppo di lavoro hanno assistito, anzi, più che assistito hanno decisamente partecipato alla performance Insectum in quartiere Adriano di e con Silvia Gribaudi e Tereza Ondrová.
Il lavoro è nato, con caratteristiche che si sono poi modificate nel tempo e durante le prove, nel maledetto periodo della pandemia, l’idea – non originalissima – era indagare come potrebbe essere la visione del mondo da parte di un insetto, cioè, sostanzialmente, affrontare un cambio radicale di prospettiva. Da una specie a un’altra. Immaginiamo che la costrizione spaziale di quel tempo abbia fatto pensare, per esempio, alle mosche che sbattono contro il vetro della finestra, come abbiamo fatto noi per alcuni mesi, chiusi dentro casa a guardare il mondo fuori come da un acquario. O da un barattolo.
Molto più interessante l’osservazione che Gribaudi ha fatto durante l’incontro aperto post spettacolo: l’interesse verso il potere dei piccoli. O del piccolo. Basta una zanzarina a impedirti di dormire, oppure, aggiungiamo noi, una puntura velenosa di un ragno o di una vespa possono addirittura essere letali.
Per la verità questo concetto è esplorato, durante la performance, più che altro attraverso alcuni momenti interattivi in cui Gribaudi e Ondrovà interrogano il pubblico su coppie paradossali di stati d’animo: vi capita di sentirvi felici ma soli? Famosi ma tristi? Intelligenti ma sciocchi? E così via, sono gli spettatori a suggerire il secondo termine.
Dal punto di vista perfomativo la prima coppia paradossale è proprio quella delle due danzatrici: Gribaudi di statura media, mora, dal fisico morbido e abbondante, e Ondrovà alta, bionda, longilinea. Questo è ovviamente un punto centrale della dinamica fra le due donne in scena, i movimenti congiunti infatti oscillano tra l’effetto comico che si raggiunge per differenza e le onde di armonia inaspettata che i due corpi sanno trovare grazie a un attento ascolto visivo e fisico dell’altra.
La coreografia non è del tutto formalizzata, c’è un consistente lavoro di improvvisazione, non sempre distinguibile dalle parti ‘fissate’ proprio per la natura del pezzo, che sembra avanzare un po’ per esperimenti, si interrompe per dialogare con il pubblico, ondeggia tra apparente casualità e un quid di divertita sconclusionatezza.
Il coinvolgimento è parte integrante del lavoro, nelle frazioni di conversazione ma soprattutto quando chi è in platea è chiamato a fare cose: scambiarsi di posto con un altro, scambiarsi un indumento, entrare nello spazio scenico per creare una piccola moltitudine in movimento, ecc. Fino al finale in cui veniamo invitati a volare, simulando lo sbatter d’ali degli insetti, spostandoci in volo nella sala a fianco.
Andando oltre la personale passione o avversione per il cosiddetto audience engagement, cosa è interessante osservare, da entomologa? Il bisogno di persone/insetto di ogni età di essere accompagnate a compiere azioni che coinvolgono il corpo, a condividere uno spazio con altri corpi, a lasciarsi andare a qualcosa che alleggerisce, anche se per poco.
Se dunque gli abitanti di Adriano sono addirittura riusciti a svolazzare in formazione tra gli algidi palazzoni del quartiere, potranno forse trovare una visione dall’alto del loro rione, che permetterà loro di ridisegnarlo con la stessa cura che ci mettono i ragazzi di Back to the future.

 

INSECTUM IN QUARTIERE ADRIANO

coreografe e performer Tereza Ondrová e Silvia Gribaudi
disegno luci Katarína Morávek Ďuricová
produzione Temporary Collective/Daniela Řeháková e Associazione Culturale ZEBRA
co-produzione Tanec Praha z.ú./TANEC PRAHA, PONEC – dance Venue e Operaestate Festival Veneto – CSC di Bassano del Grappa
con il sostegno di Ministero della Cultura della Repubblica Ceca, Città di Praga, Tanec Praha z.ú./PONEC – dance Venue, Studio ALTA, REZI.DANCE – Komařice

Back To The Future | human made festival
un progetto di Ecate Cultura
in collaborazione con TrovaFestival – Dance Well – CAG, Tarabella/Cattabrega – Casa della Carità – Magnete – Risonanze Network

BTTF Festival, Milano | 27 settembre 2024