LAURA NOVELLI | Volentieri segnalo due iniziative che danno respiro internazionale al nostro teatro esportandolo in due importanti capitali della cultura come Parigi e New York e regalandogli quella meritata visibilità che in patria, di questi tempi, non gli è facile ottenere. Alludo alla rassegna “Face à Face. Paroles d’Italie pour les scènes de France” che si apre il 18 giugno al Théâtre National Le Colline (con eventi anche all’Istituto Italiano di Cultura della capitale francese e allo Studio 105 de la Maison de la Radio di France Culture) e alla vetrina “In Scena! NY” che è stata inaugurata il 9 giugno con un omaggio al grande Eduardo De Filippo (quest’anno ricorre il 30° anniversario della sua scomparsa) svoltosi presso l’Arthur Avenue Market, in pieno Bronx.
Giunta alla quinta edizione, la felice iniziativa franco-italiana (che, come è noto, prevede una manifestazione gemella in Italia) presenterà al pubblico parigino sette autori italiani particolarmente significativi della nostra drammaturgia contemporanea. In effetti, sfogliando il programma, vi si intercettano nomi che, pur con stili e linguaggi molto diversi tra loro, negli ultimi anni hanno rappresentato degli snodi vitali in fatto di scrittura, creatività, invenzione scenica. Ad aprire i lavori sarà la lettura di “Primo amore” di Letizia Russo (regia di Isabelle Mouchard, interprete Mathieu Montanier), autrice molto apprezzata oltreconfine (tra l’altro non è la prima volta che questa pièce viene inserita nel programma di Face à Face) che si rivelò giovanissima con il corposo affondo nell’atrocità della guerra descritto in “Tomba di cani” (Premio Tondelli nel 2001). E’ invece alla sua prima tournée parigina la coppia Deflorian/Tagliarini, impegnata a presentare le sue ultime tre creazioni: lo spettacolo “Reality”, la performance-installazione “rzeczy/cose” e il recente “Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni”. Così come è al suo debutto in Francia il pluripremiato “L’Origine del mondo. Ritratto di un interno” di Lucia Calamaro, arguta indagine sulle storture della famiglia splendidamente interpretata da Daria Deflorian e Federica Santoro (tra l’altro, sia detto per inciso, proprio al duo Deflorian/Tagliarini e alla Calamaro sono state dedicate due puntate del programma “La nuova drammaturgia”, a cura di Graziano Graziani, andate in onda su Rai5 le scorse settimane). Altra presenze emblematiche saranno poi quella di Fausto Paravidino, atteso a Parigi con l’anteprima assoluta del suo nuovo testo “Il macello di Giobbe” che vedrà in scena tre attori italiani e quattro francesi, e di Mimmo Borrelli, regista e interprete (lo affiancherà Antonio Della Ragione) di una storia di camorra e rifiuti tossici intitolata “Malacrescita”. Esperimento molto curioso si preannuncia infine la lettura radiofonica in francese dello straordinario monologo “Dissonorata. Un delitto d’onore in Calabria” di Saverio La Ruina, in scaletta domenica 22 giugno in chiusura di rassegna. A latere, si svolgerà l’incontro “Ecritures souls les planches. La dramaturgie italienne des années zéro” nel corso del quale gli autori coinvolti, coordinati da Attilio Scarpellini, dialogheranno con il pubblico.
Più eterogeneo appare invece il carnet delle proposte sceniche esportate nella Grande Mela. Segno ovviamente di un esplicito bisogno di accontentare pubblici e gusti diversi e di offrire eventi di generi non affini. Anche qui però è forte la presenza della nostra drammaturgia contemporanea e, soprattutto, si prediligono lavori italiani a sfondo sociale che affondano le radici nelle crepe più profonde della nostra storia e del nostro Paese. Molti, inoltre, i luoghi coinvolti in questa ricca festa del teatro italiano e tante anche le location inconsuete, divise tra i quartieri di Manhattan, Queens, Brooklyn e Bronx. Madrina d’onore della serata inaugurale è stata Iaia Forte, cui è spettato anche l’onore di aprire la rassegna (il 10 giugno) con un monologo tratto dal romanzo “Hanno tutti ragione” di Paolo Sorrentino. Sempre in area partenopea si muovono poi Mario Gelardi e Giuseppe Miale di Mauro, invitati a New York con l’adattamento di un racconto di Roberto Saviano, “Santos”, tradotto per l’occasione da Dave Johnson e Laura Caparrotti e inserito in un progetto di sensibilizzazione alla poesia indirizzato ai condannati in libertà vigilata. Lavoro che, inoltre, introduce il filone del teatro dedicato al calcio; filone che il festival newyorchese abbraccia con entusiasmo ospitando altri due testi di autori contemporanei: “L’Italia s’è desta” di Rosario Mastrota con Dalila Desirée Cozzolino, e “Storia d’amore e calcio” di Michele Santeramo. Alla figura di Don Pino Puglisi è invece ispirato il lavoro “Mutu” di Aldo Rapè, anche in scena con Marco Carlino (Miglior Spettacolo ad Avignone Off 2012). E c’è ancora spazio per una pièce sul lavoro e sulle morti bianche a firma di Mauro Santopietro e Tiziano Panici, per un’incursione letteraria nelle parole dell’Amore a cura di Carlo Loiudice e Vito De Girolamo e, cambiando decisamente genere, per il “Rugantino” di Enrico Brignano. All’interno della vetrina – da quest’anno anche “sorella” del Fringe Festival di Roma con cui condivide una serie di interessanti progetti comuni – si svolgerà, infine, la consegna del Premio Mario Fratti a Carlotta Corradi, giovane drammaturga romana con all’attivo testi come “Lipstick” e “Peli”, e al suo atto unico “Via dei Capocci”, storia di prostituzione nella Roma delle case chiuse. L’opera verrà letta presso l’Istituto di Cultura Italiana di New York il 24 giugno, durante la serata conclusiva del festival.