RITA CIRRINCIONE | Vocazioni, l’impegnativo titolo della Stagione estiva 2019 del Teatro Biondo, la prima curata dalla neo-direttrice Pamela Villoresi, intende testimoniare le diverse “vocazioni” di una città come Palermo richiamando la sua attitudine spirituale – una spiritualità carnale e opaca – e, in un’accezione più ampia e secolare, la sua disposizione a luogo d’incontro di culture diverse. Realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Palermo, la rassegna si è caratterizzata per la sua diffusione nel territorio, fuori le mura del Teatro, in tre scenari significativi di ibridazione e di raccoglimento: il Chiostro dell’ex Convento di S. Antonino, attuale sede della scuola di lingua italiana per stranieri dell’Università; l’Orto Botanico, sintesi unica dei più svariati habitat naturali del pianeta, e il Castello di Maredolce, costruzione arabo-normanna e luogo di stratificate appartenenze ed eredità.
Il programma, dall’impianto composito per temi e generi proposti, ha unito concerti di diverse tradizioni musicali tra Oriente e Occidente e conversazioni teologiche; uno spettacolo-tributo alle vittime di via D’Amelio e il saggio degli allievi della “Scuola dei mestieri e dello spettacolo” del Teatro Biondo diretta da Emma Dante; un concerto per voce recitante e pianoforte dedicato alla Terra-Madre, che ha visto in scena la stessa Pamela Villoresi, e una performance di danza sulle Suites per violoncello solo di Bach.
Abbiamo scelto di vedere Bach Duet, con la regia e la coreografia di Virgilio Sieni, artista radicato nel territorio palermitano dove ha realizzato Palermo_Arte del gesto nel Mediterraneo: progetto di altissimo valore civile e pedagogico che ha contribuito a cambiare il volto di questa città.
Da anni il danzatore e coreografo toscano, con l’Accademia sull’arte del gesto da lui ideata, porta avanti un programma di avvicinamento alla natura e al patrimonio culturale di determinati territori attraverso affollatissimi laboratori sul movimento e sui linguaggi del corpo e della danza rivolti a danzatori e performer professionisti e a comuni cittadini di ogni età e condizione. Le tappe laboratoriali prevedono la creazione in itinere di azioni danzate site specific con l’obiettivo ultimo di arrivare alla fondazione di una “Comunità del gesto”.
Con Vangelo#2, seconda annualità del progetto tenuto a Palermo, Virgilio Sieni, in collaborazione con Mimmo Cuticchio, ha indagato la relazione tra arte del gesto e opera dei pupi (della collaborazione tra i due abbiamo parlato su PAC in occasione di Nudità). Il progetto di ricerca si è concluso con la costruzione di semplici azioni coreografiche per danzatori, pupari e pupi ispirate all’immaginario simbolico della narrazione biblica che si sono snodate lungo una geografia di oratori, musei e palazzi, luoghi-simbolo della città: pensiamo alla Trilogia dell’Esodo nel bagliore dei putti del Serpotta dell’Oratorio di Santa Cita o alla Trilogia della Sosta nella sala del Trionfo della morte, l’apocalittico capolavoro gotico custodito a Palazzo Abatellis.
Lontano dalla coralità e dall’intento formativo e sociale di quelle rappresentazioni, in Bach Duet, Virgilio Sieni incontra – un incontro fatale e forse inevitabile – le Suites per violoncello solo di Bach, riscoperte negli ultimi decenni del secolo scorso e divenute iconiche dopo memorabili esecuzioni come quella improvvisata di Rostropovich durante la caduta del Muro di Berlino o quella di Mario Brunello sul Monte Fuji.
Eseguite dal vivo da Lavinia Scarpelli, le Suites per violoncello solo – «serie di stilizzati movimenti di danza» con uno schema-standard di sei movimenti: preludio, allemanda, corrente, sarabanda, giga e una danza galante diversa per ciascuna delle sei suites – per la loro uniformità e coerenza interna e per la loro forma ciclica e sequenziale, hanno suggerito al coreografo una struttura dove il dialogo motorio, lineare o ricorrente, è costruito attraverso pattern motori di base su cui innestare e sviluppare un repertorio di variazioni fatto di rispecchiamenti e simmetrie, risonanze e amplificazioni, ripetizioni e ricalchi che creano un effetto polifonico.
Su questa struttura Virgilio Sieni dispiega un’architettura di gesti nitidi, senza ridondanze e sbavature, usando in tutte le sue declinazioni espressive il canone del duetto: forma essenziale e primaria della relazione Io-Altro; stratagemma drammaturgico che, per paradosso, esalta e definisce l’identità corporea; scelta stilistica che evidenzia il gesto, potenzia il movimento e dà consistenza alla forma.
Se «due che si amano son tutto un mondo», parafrasando la celebre aria del Rigoletto, due che danzano rappresentano un mondo, un mondo abitato in cui fluisce il ritmo incarnato della vita, tra cadute e ascese, gioco e lotta, sintonia e incomunicabilità, incontri e distacchi, in un dialogo costante tra corpo sensibile e corpo simbolico.
In una scena nuda, con la sola figura della violoncellista situata in uno dei fuochi di un’immaginaria ellisse, i due corpi (raramente il duetto si trasforma in solo) entrano in relazione con lo spazio scenico tagliandolo con attraversamenti, diagonali, linee, spirali che disegnano una geometria di gesti, traiettorie esistenziali che entrano in risonanza con la sensibilità del pubblico il quale sembra rispecchiarsi in quella narrazione.
Sulla suggestione del disegno ritmico-melodico delle singole Suites e del loro specifico carattere – allegro oppure tragico, eroico o maestoso, tempestoso o bucolico – e coerente con la scelta di essenzialità iconografica, Virgilio Sieni, propone una esplorazione separata del femminile e del maschile mettendo in successione il duetto composto da Noemi Biancotti e Linda Pierucci, nelle prime Suites, con quello maschile formato da Jari Boldrini e Maurizio Giunti, nelle seguenti. Un artificio che appare più di tipo stilistico ed estetico che ideologico e che lascia allo sguardo dello spettatore il ruolo attivo della sintesi.
Il risultato globale è quello di un potenziale espressivo e di una capacità di “significanza” che va oltre la somma dei singoli gesti o delle singole sequenze di gesti. La combinazione tra il disegno poetico delle Suites di Bach e l’architettura cristallina di gesti costruita da Virgilio Sieni restituisce una danza che possiede la solennità di una celebrazione liturgica dal respiro universale.
BACH DUET
regia e coreografia Virgilio Sieni
interpreti Noemi Biancotti, Jari Boldrini, Maurizio Giunti, Linda Pierucci
musica Suites per violoncello solo di J. S. Bach eseguita dal vivo da Lavinia Scarpelli
produzione Centro nazionale di produzione Virgilio Sieni / Accademia di Musica di Pinerolo
Teatro Biondo di Palermo – Direzione Pamela Villoresi – Stagione estiva “Vocazioni”
Palermo, Chiostro di Sant’Antonino
24 luglio 2019